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Settore tecnologico in affanno, mentre budget italiano e Brexit sono al centro dell’attenzione

I mercati europei hanno chiuso in rosso ieri, dopo aver inizialmente aperto in rialzo in quanto le preoccupazioni sulla politica italiana e britannica hanno agito come un freno al sentiment, anche se la guidance più debole da parte di varie società specializzate in  tecnologia non ha aiutato.

Ciò a sua volta ha agito da freno per le azioni statunitensi, che sono calate bruscamente in una sessione di negoziazione sottile per una festività generata da pesanti cali nel settore tecnologico dopo che un un buon numero di aziende produttrici  di chip ha messo in guardia sulle prospettive future degli utili, citando una debole domanda di telefonia mobile.

Questo in realtà non dovrebbe rappresentare uno shock in seguito alla decisione di Apple all'inizio di questo mese di non fornire più i dati sulle vendite di IPhone, la sorpresa è che gli investitori hanno impiegato così tanto tempo per mettere insieme le due cose.

La decisione di smettere di pubblicare i numeri di vendita unitari per iPhone, iPad e altri prodotti individuali dovrebbe aver fornito agli investitori un indizio sin da subito, insieme al fatto che non siano stati centrati seppur di poco gli obiettivi di vendita dei telefoni cellulari.

L'attenzione su un prezzo di vendita medio di 793 $  per unità nasconde in modo utile il fatto che, mentre i margini sono probabilmente più alti sui singoli prodotti, non è necessario vendere un numero di prodotti simile per raggiungere gli obiettivi di fatturato, il che significa anche meno chip.

Detto questo il prezzo delle azioni di Apple ha continuato a ridursi bruscamente chiudendo appena sopra la sua media mobile a 200 giorni e ai suoi livelli più bassi dalla fine di luglio.

Sembra altamente probabile, e non rappresenta un segreto, che oggi il governo italiano rimanderà alla Commissione Europea un progetto di budget praticamente invariato. In questo modo il governo italiano sfiderà la commissione a infliggere una sanzione e metterlo in una procedura per disavanzo eccessivo.

I mercati obbligazionari sembrano sottostimare la probabilità di una conflagrazione, con rendimenti italiani decennali inferiori ai massimi di ottobre, anche se abbiamo iniziato a vedere qualche debolezza nell'euro che ha toccato i suoi livelli più bassi quest'anno, scendendo sotto l'1,1300 per la prima volta dal giugno dell'anno scorso, quando il dollaro USA ha spazzato via tutto quello che trovava davanti a sé.

La sterlina ha subito una sessione altalenante, ieri, quando le notizie relative alla Brexit hanno visto la sterlina toccare  il minimo di una settimana contro il dollaro USA, prima che la ritovata forza del pomeriggio comportasse una chiusura giornaliera al rialzo  contro l'euro. Racconti contrastanti da parte di funzionari dell'UE e del Regno Unito hanno visto inizialmente la sterlina scivolare sulle preoccupazioni che un accordo rimanesse piuttosto lontano prima che un tono più ottimista del capo negoziatore dell'UE Michel Barnier portasse ad un rimbalzo della valuta. La tempistica di queste dichiarazioni suggerisce che potrebbe essere entrata in gioco un minimo di strategia politica, con l'UE che tenta di spostare qualsiasi colpa verso il Regno Unito nel caso di mancato accordo.

Per ora, i mercati sembrano ignorare la possibilità che un qualsiasi tipo di accordo che il primo ministro May sia in grado di strappare con l'UE, il risultato finale sarà probabilmente affondato dal parlamento del Regno Unito, dove nonostante le divisioni tra  "remain" e "leave" i parlamentari nella camera, entrambe le parti sembrano coalizzarsi attorno a una posizione comune secondo cuu l'accordo, così come viene negoziato, è inaccettabile.  Pertanto,  la conclusione di un qualsiasi accordo con l'UE è probabilmente che sia la parte più facile, con una probabile bocciatura che potrebbe  provenire da entrambi i lati della Camera dei Comuni.

Sul fronte dei dati, le prospettive sono più incoraggianti per il Regno Unito, con i dati preliminari del PIL del terzo trimestre della settimana scorsa che hanno evidenziato una crescita dello 0,6%, la migliore performance trimestrale dal 2016, mentre la crescita delle retribuzioni sembra avere una certa trazione, dopo che gli stipendi di agosto sono saliti bruscamente al 3,1%.

Questo probabilmente sarà confermato nei numeri di settembre di oggi con le aspettative che questo dato sarà confermato al 3,1%, con la possibilità  che potremmo arrivare più in alto al 3,2%, che sarebbe un altro alto record da molti anni a questa parte. In circostanze normali ciò indurrebbe a speculare su un altro rialzo dei tassi dalla Bank of England, tuttavia gli investimenti delle imprese restano deboli e un accordo sulla Brexit ancora lontano manterranno la banca centrale  probabilmente cauta. Un successivo accordo sulla Brexit cambierebbe comunque il calcolo su questo punto e, in quanto tale, il  rischio per il trading sulla sterlina si sposterebbe sugli shortisti. Il tasso di disoccupazione per i tre mesi fino a settembre dovrebbe rimanere stabile al 4%.

Il dollaro ha avuto un'altra sessione forte, chiudendo in rialzo per il quarto giorno consecutivo, dopo la riunione della Fed della scorsa settimana, raggiungendo un nuovo massimo da 17 mesi in quanto la prospettiva di un altro rialzo dei tassi il mese prossimo si avvicina. A dimostrazione che alcuni funzionari della Fed stiano diventando un po' ansiosi per l'aumento del dollaro, il Presidente della Fed di San Francisco, Mary Daly, ha segnalato che è troppo presto per sapere se la Fed dovrà agire sui tassi il prossimo mese. Dato che lei è un membro votante quest'anno, questo non è un intervento insignificante e potrebbe essere indicativo di un disagio più ampio tra i funzionari della Fed che in precedenza non si era evidenziato. Sarà interessante vedere se il membro permanente Lael Brainard si accoderà a questa narrativa più tardi oggi o se lo farà il presidente Jay Powell domani.

EURUSD - dopo essere sceso sotto l'area 1.1300 dovremmo ora vedere un movimento verso l'area 1.1180. Abbiamo bisogno di assistere ad un recupero al di sopra di 1,1320 per un consolidamento o si corre il rischio di ulteriori cali verso la 1 1000.

GBPUSD - Respinto dalla resistenza nella zona di 1,3170 la scorsa settimana è scivolato indietro bruscamente, scendendo sotto 1,2920, trovando un po 'di supporto nell'area 1,2820. Una rottura attraverso l'area 1.2820 rimette nel mirino i minimi recenti a 1.2680. Al momento abbiamo una resistenza in corrispondenza del gap rimasto aperto in area 1.2950.

EURGB - Dopo aver toccato un minimo di sei mesi la scorsa settimana a 0.8690, ha colto un leggero rimbalzo, tuttavia il potenziale rialzista resta limitato dall'area 0.8780, così come dalla media mobile a 200 giorni a 0.8840. La tendenza rimane ribassista, al di sotto di questi livelli chiave.

USDJPY -  continua a mancare lo slancio sopra l'area 114,00 con una resistenza più ampia oltre quel livello in corrispondenza dei massimi di ottobre a 114.60. È probabile che i pullback trovino supporto nell'area 113.40 e al di sotto dell'area 112.80.

Fonte di tutti i grafici qui presentati: CMC Markets piattaforma Next Generation. Performance nette al 13/11/2018

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