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May supera il voto di sfiducia, mentre il mercato pensa già al passo successivo

Lontano dal guazzabuglio rappresentato dalla Brexit, i mercati azionari europei sono riusciti a chiudere più in alto ieri, prendendo spunto dalle ulteriori misure di stimolo da parte delle autorità cinesi, mentre i mercati statunitensi hanno continuato la loro corsa solida con un altro giorno di guadagni promosso da alcuni numeri decenti in termini di ricavi dalle banche, con Goldman Sachs che supera le aspettative sia in ricavi che utili.

II FTSE100 ha sottoperformato, scivolando indietro ma questo ha avuto più a che fare con alcuni fattori una tantum su alcuni dei suoi componenti a maggior capitalizzazione. I mercati in Asia hanno faticato a dare continuità a quei guadagni con una sessione incerta che probabilmente si trasformerà in un'apertura europea in ribasso questa mattina.

Ieri sera il  Beige Book della Fed ha dipinto un'immagine abbastanza positiva dell'economia statunitense, tuttavia le preoccupazioni su un rallentamento globale hanno continuato a persistere mentre le pressioni inflazionistiche continuano a rimanere deboli nonostante i costi leggermente più alti. Le prospettive sono leggermente in calo, con molte aziende che segnalano margini erosi dai costi più elevati, ma con una limitata capacità di trasferimento dell'aumento dei prezzi ai consumatori.

Le prospettive di bassa inflazione dovrebbero probabilmente essere rafforzate dalla pubblicazione odierna dell'indice dei prezzi al consumo per l'Eurozona finale di dicembre, che dovrebbe scendere all'1,6% dall'1,9% di novembre. Si prevede che i prezzi core rimarranno stabili all'1%, rafforzando il mal di testa per i funzionari della BCE che restano attenti a mantenere la loro guidance  secondo cui il prossimo ritocco  dei tassi sarà probabilmente al rialzo.

All'inizio di questa settimana il presidente della BCE Mario Draghi ha insistito, nei commenti al Parlamento europeo, che l'Europa sta semplicemente vivendo un breve rallentamento e non l'inizio di una recessione. Questi commenti potrebbero tornare a tormentarlo nelle prossime settimane, specialmente da quando l'indicatore di riferimento composito dell'OCSE è sceso a 99,3 a novembre, il livello più basso da ottobre 2012 e vicino a possibili livelli di recessione.

Nonostante il caos al vertice del governo britannico, la sterlina ha mantenuto la sua capacità di ripresa dopo il voto, raggiungendo il livello più alto contro l'euro dallo scorso novembre, anche tenendo conto del voto di sfiducia avvenuto ieri sera che il primo ministro ha potuto superare grazie ad una maggioranza di 19 voti. La sensazione generale prevalente sui mercati rimane che in qualche modo i parlamentari saranno in grado di coalizzarsi  per essere in grado di superare la prospettiva dell'attuale posizione  di una Brexit senza accordo, tuttavia tale teoria sarà  ancora verosimilmente sottoposta a severi test nei prossimi giorni e settimane.

Sebbene il Primo Ministro May  sia stata in grado di respingere la mozione di sfiducia del Partito Laburista in questa occasione, non significa che non affronterà un'altra sfiducia  che potrebbe riuscire se i membri del proprio partito sentissero che la loro visione della Brexit venisse sacrificata sull' altare di un compromesso.

L'insistenza del Primo Ministro di attenersi al nucleo del suo fallito accordo può quasi essere paragonata al tentativo di far risorgere un cadavere, tuttavia sembra essere determinata a seguire alcune delle sue linee guida prestabilite. Per tutti gli scenari disponibili che potrebbero essere testati, un'estensione dell'articolo 50 è probabile che sia in cima alla lista, tuttavia, affinché ciò accada, l'UE deve essere sicura che i parlamentari possano trovare la quadra su un accordo che più di 321 di loro possano votare per portare la maggioranza alla Camera dei Comuni. Questo sembra ancora un po' distante  a breve termine, anche se ora sembra che ci sia un input trasversale su quali potrebbero essere i prossimi passi in termini di un Piano B, dopo la dichiarazione di Theresa May sui gradini del numero  10 di Downing Street la scorsa notte.

EUR/USD- continua a sembrare debole dopo essere sceso sotto l'area 1,1420 all'inizio di questa settimana, e continua a scivolare verso il basso con un supporto che potrebbe entrare in gioco in area 1,1330, in corrispondenza di una trendline dai minimi di novembre di 1,1217.

GBPUSD - nonostante un breve calo all'inizio di questa settimana a 1,2670, la sterlina è riuscita a tenere abbastanza bene con una resistenza nell'area 1,2930 corrispondente ai massimi di questa settimana. Un movimento al di sopra di 1.2930 mette nel mirino l'area di 1.3000.

EURGBP - ha toccato ieri un minimo di sei settimane mentre l'euro continua a rimanere sotto pressione, nonostante il massimo di questa settimana in area di 0,8970. Il supporto entra in gioco nell'area 0.8810.  Il trading range complessivo resta intatto, con resistenze a 0,9020 e 0,9100.

USDJPY - continua a scambiare tra l'area 107.50 e la resistenza a 109,20. Finchè resta sotto l'area di 109.20 la tendenza è per un movimento al ribasso, verso l'area 106.00. Abbiamo bisogno di recuperare l'area 109.20 per discutere di un ritorno all'area 110.30.

Fonte di tutti i grafici qui presentati: CMC Markets Piattaforma Next Generation. Performance nette al 15/01/2019

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