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L'ambiguità della Fed spinge al ribasso Wall Street

Come previsto, la Federal Reserve ha mantenuto invariata la politica monetaria nella sua ultima riunione, ma non c'è mai stata aspettativa che le cose potessero andare diversamente. Gli investitori erano molto più interessati a vedere cosa pensavano i responsabili di politica monetaria riguardo alle prospettive per l'inflazione e l'economia.

Non sorprende che sia stata apportata una modifica al linguaggio riferendosi all'inflazione, linguaggio che è stato cambiato per riflettere i numeri più solidi visti all'inizio di questa settimana, con "run below" cambiato in "move close to", mentre il riferimento a "monitorare gli sviluppi dell'inflazione" è stato rimosso completamente, così come il riferimento al rafforzamento delle prospettive economiche negli ultimi mesi.

La reazione iniziale del mercato ha visto il dollaro scivolare bruscamente, sulla base del fatto che i mercati si aspettavano un orientamento molto più aggressivo, viste le recenti letture sull'inflazione. Probabilmente è stato sempre ottimistico, data la precedente riluttanza prima della riunione. Non c'è stato nulla nella dichiarazione di ieri che abbia minato la prospettiva che i tassi non aumenteranno il mese prossimo, dato che i funzionari della Fed non sono stati d'accordo sul fatto che quest'anno potremmo ottenere 3 o 4 rialzi dei tassi.

Le prospettive della Fed sull'economia seppur positive non sono state lusinghiere, semmai stranamente ambivalenti. L'eliminazione del riferimento al rafforzamento delle prospettive economiche, anche se innocue, potrebbe suggerire alcune preoccupazioni latenti su un possibile rallentamento verso la fine dell'anno. Ciò potrebbe riflettere qualche preoccupazione per un rallentamento o essere semplicemente un tentativo di lasciarsi aperte delle opzioni nei confronti del mercato. Non è una cosa negativa, perché impedisce alla banca di arroccarsi in un angolo, qualcosa che la Banca d'Inghilterra farebbe bene a imparare.

È stata forse questa ambivalenza sull'economia, contro l'aspettativa di un aumento dei tassi che sembra aver spinto le vendite e la successiva chiusura negativa per i mercati statunitensi ieri.

La risalita del dollaro USA mentre sembra frenare i mercati statunitensi, pare  avere l'effetto opposto sui mercati europei con il DAX tedesco che si è goduto una seduta molto forte ieri, superando la sua media mobile a 200 giorni e chiudendo sui massimi di tre mesi, mentre l'euro scendeva. Allo stesso modo, anche il FTSE 100 ha chiuso ai massimi di tre mesi.

Con l'inflazione americana, così come i salari, che iniziano a mostrare segnali di ripresa, l'attenzione torna all'Europa e ai dati sull'inflazione dell'UE per aprile, che dovrebbe rimanere all'1,3%, comunque uno schiaffo alle speranze della BCE di vedere un rialzo dei prezzi core, questi dovrebbero ridursi al di sotto dell'1% allo 0,9%. Un numero debole non farà che rafforzare la recente debolezza dell'euro, che sarà probabilmente accolta con favore dalla banca centrale, poiché a lungo termine contribuirà a rafforzare le aspettative di inflazione.

La sterlina ha continuato a rimanere sotto pressione ieri nonostante un forte rimbalzo dell'attività PMI nel settore delle costruzioni in aprile. A marzo l'attività del settore delle costruzioni si era contratta a 47, con il freddo che faceva da freno, mentre la caduta di Carillon ha pesato sul settore. Il rimbalzo di ieri a 52,5 è stato quindi benvenuto, aiutato da un rimbalzo nelle costruzioni residenziali. Il dato del PMI servizi di oggi, si spera, mostrerà anche un simile rimbalzo dato una lettura altrettanto debole per marzo del 51.7. Si prevede che potremmo vedere un rimbalzo a 53,5, dopo i rallentamenti dovuti alle condizioni meteorologiche del mese precedente.

È improbabile che un eventuale rimbalzo, benché benvenuto, cambierà le aspettative sulla riunione della Bank of England della prossima settimana, in cui abbiamo visto che la prospettiva di un aumento dei tassi è diminuita drasticamente negli ultimi giorni. I mercati asiatici hanno preso spunto dalla debole sessione americana di ieri, ma anche con un occhio sui prossimi colloqui commerciali tra Stati Uniti e Cina che dovrebbero iniziare nel prossimo giorno a Pechino, e questa debolezza sembra destinata a manifestarsi in Europa con un'apertura debole.

EURUSD - continua a scendere con il prossimo supporto in arrivo al livello 1.1930 mentre ci dirigiamo verso il livello 1.1800. Abbiamo bisogno di tornare al di sopra della media mobile a 200 giorni a 1.2015 per stabilizzarsi e aprire la prospettiva di un ritorno indietro verso 1.2150.

GBPUSD - la discesa di questa settimana al di sotto del livello di 1,3700 ora apre una discesa verso la media mobile a 200 giorni a 1,3520. Abbiamo bisogno di tornare indietro sopra l'area 1,3720 per una stabilizzazione e mirare a un ritorno verso l'area 1,4020.

EURGBP  sta  trovando ancora difficoltà a superare il livello di 0.8830. Un superamento di questo livello indirizzerebbe alla media mobile a 200 giorni a 0,8880. Mentre al di sotto della media mobile a 100 giorni potremmo tornare indietro verso lo 0.8750 e ai minimi della scorsa settimana a 0.8680.

USDJPY - continua a spingere verso l'alto con la prossima resistenza sulla media mobile a 200 giorni a 110,25, con una resistenza rappresentata dalla trendline a 110,50. Il supporto rimane nell'area 108.70. Una mossa oltre 110,50 apre l'area 112.00.

Fonte di tutti i grafici qui presentati: CMC Markets Piattaforma Next Generation Performance nette al 03/05/2018

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