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Azioni in rialzo grazie all’accordo tra Cina e USA

I prezzi del petrolio e gli indici azionari sono saliti questa settimana, entrambi hanno avuto un forte impulso dall'accordo del weekend tra Stati Uniti e Cina per rinviare eventuali ulteriori aumenti delle tariffe, mentre il rimbalzo del prezzo del petrolio è stato favorito dalla decisione dei produttori canadesi di tagliare la produzione di 325 mila barili al giorno, insieme all'aspettativa che l'Arabia Saudita e la Russia accettino di estendere l'accordo per gestire la fornitura, aumentando le aspettative di un taglio dell'output che potrebbe essere confermato alla riunione OPEC di questa settimana.
 
In un mare di rialzi, le azioni europee sembrano destinate a registrare miglior performance su base giornaliera da aprile, con risultati particolarmente positivi per le azioni legate alle materie prime di base e le azioni di produttori di petrolio, guidati da Anglo American e Antofagasta.

Il sentiment è stato anche aiutato da un tono più costruttivo tra i funzionari italiani e quelli europei sulla questione del bilancio italiano. Le divisioni rimangono più ampie che mai, ma il loro sembra essere un tono meno conflittuale che sta aiutando a spingere i rendimenti italiani al ribasso e le azioni italiane al rialzo.

Sul fronte delle notizie aziendali, Unilever ha confermato che acquisterà  Horlicks, società indiana controllata da GlaxoSmithKline, una mossa che è stata segnalata la scorsa settimana. L'accordo dovrebbe costare 3,3 miliardi di euro e dovrebbe includere il portafoglio di bevande salutari di Glaxo in India e Bangladesh, per il quale Unilever acquisterà una quota dell'82% del business.

Mentre il rimbalzo di oggi è senza dubbio il benvenuto, non può sfuggire il fatto che l'attività economica in Europa stia mostrando ulteriori segni di indebolimento dopo che gli ultimi PMI manifatturieri hanno mostrato segnali di ulteriore stagnazione dell'attività, con l'ultima indagine manifatturiera italiana che mostra il peggioramento più marcato in quattro anni, scivolando a 48.6 dal precedente  49.2 facendo segnare la seconda contrazione mensile consecutiva.

Gli ultimi numeri di produzione tedeschi e francesi hanno mostrato un modesto miglioramento rispetto ai numeri flash della scorsa settimana, con un aumento a 51,8 e 50,8 rispettivamente, anche se questi dati non riescono a mascherare un malessere più ampio, con il settore  manifatturiero tedesco che ha toccato il minimo di 31 mesi. Un riscontro positivo è arrivato dalla Spagna che ha mostrato un miglioramento a 52,6, ma ciò nonostante il tono generale rimane debole con con il recente rallentamento in Francia che potrebbe rappresentare un'ulteriore freno per l'economia francese nel quarto trimestre.

Sul fronte valutario, il dollaro USA è sceso su tutta la linea con i maggiori rialzi per le valute legate alle materie prime, guidati dal dollaro australiano e canadese, mentre la domanda di dollari USA è diminuita in seguito alla distensione commerciale concordata tra Stati Uniti e Cina nel fine settimana.

La sterlina continua a sottoperformare appesantita da un ambiente politico disfunzionale in quanto i vari punti di vista del dibattito sulla Brexit  danno il via a vari scenari su quali misure adottare nel caso in cui il piano Brexit di Theresa May non fosse approvato.

Sul fronte dei dati, l'economia del Regno Unito continua a reggere abbastanza bene con il PMI manifatturiero a novembre che si è attestato a 53,1, un miglioramento significativo rispetto al 51,1 di ottobre.

Lo slittamento del dollaro USA è stato anche esacerbato dalle percezioni di un leggero cambiamento di tono da parte della Federal Reserve statunitense in quanto i policymaker più influenti stanno adottando una prospettiva leggermente più accomodante sul ritmo e sulla portata degli aumenti dei tassi nel 2019.

I commenti della scorsa settimana da un buon numero di funzionari della Fed, tra cui il presidente della Fed Jay Powell, sembrano aver dato alla banca centrale molto più spazio di manovra in termini di moderazione delle aspettative per il prossimo anno e sarebbe sorprendente se gli interventi di oggi del vice presidente della Fed Richard Clarida, di Randal Quarles, John Williams e Lael Brainard finissero per confondere ulteriormente le acque.

Ancora sul fronte societario, Ford dovrebbe rilasciare gli ultimi numeri sul fatturato per novembre. La scorsa settimana i dati del PMI manifatturiero di Chicago a novembre hanno fatto registrare un grande balzo a 66,4, un massimo di 11 mesi, dopo un mese deludente, con nuovi ordini che hanno raggiunto il livello massimo degli ultimi quattro anni. Se il dato di produzione ISM di oggi mostrasse una simile forza, rafforzerebbe ancora una volta la convinzione che, nonostante un certo indebolimento nell'ultima parte di quest'anno, l'economia statunitense continui a rimanere forte. I mercati statunitensi sembrano destinati a continuare in scia al rally di venerdì con ulteriori rialzi dato che possono sfruttare il forte vente delle sessioni positive in Asia e in Europa.

Il Dow Jones dovrebbe aprire con un rialzo di 490 punti a 26028, mentre lo S&P dovrebbe aprire a 2810, con un rialzo di 50 punti.

Fonte di tutti i grafici qui presentati: CMC Markets piattaforma Next Generation. Performance nette al 03/12/2018

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